27 Set HAI UN NODO ALLA GOLA E NON RIESCI A COMUNICARE?
Sto lavorando da un mesetto con C.
Lei si trova in un momento difficile perché non ha più entusiasmo ma tanta apatia.
E’ uno di quei momenti in cui sente la necessità di tirare una riga e fare un bilancio per capire dove si trova e cosa vuole.
Ha un marito che è molto impegnato con il suo lavoro e i suoi hobby e lei si sente terribilmente sola e trascurata.
Non riesce a parlare col marito perché non le escono le parole.
C. ha anche molte manifestazioni di malessere fisico. Dolori al collo, dorme poco ed è sempre stanca.
Un paio di giorni fa, al nostro appuntamento non stava molto bene, si sentiva un nodo alla gola.
Nella cultura indiana il nodo alla gola è strettamente legato al quinto chakra che ha correlazioni psicosomatiche legate alla difficoltà nella comunicazione e nell’espressione verbale. All’incapacità di esprimere le proprie verità e la propria creatività, al timore di non essere capiti e di non piacere. Con tendenza a evitare il contatto interpersonale ritirandosi nel proprio orgoglio per non subire il rifiuto da parte degli altri.
Il corpo non mente mai.
Quindi, cosa ho fatto ?
Attraverso una visualizzazione guidata le ho chiesto di descrivermi questo disagio che sentiva nel corpo.
E lei a occhi chiusi a mano a mano che si rilassava mi ha raccontato dove lo sentiva nel corpo quel nodo, come era, forma, colore, odore…..tutto quello che le arrivava senza giudizio.
Ci siamo state tutto il tempo necessario, senza orologio e senza fretta.
Fino a quando il nodo alla gola si è trasformato, è cambiato, fino a farsi sempre più piccolo e meno pressante.
Dopo quasi un’ora C. ha riaperto gli occhi e si sentiva sollevata.
Era tornata a respirare.
Si è affidata e si è lasciata guidare.
Il giorno dopo quando ho ricevuto il suo messaggio dicendomi che la sera stessa era riuscita a dire a suo marito che lo voleva più presente ero molto felice per lei.
Il lavoro emotivo sul corpo è molto potente e accelera tantissimo il processo di sblocco.
Quello che abbiamo fatto insieme è stato ascoltare quello che il suo malessere fisico le stava comunicando in quel momento e lasciargli spazio.
Nel momento in cui lasci spazio all’emozione dolorosa di esprimersi, non ha più bisogno di urlare.
Come il bambino che piange perché vuole attenzioni. Quando la mamma lo coccola non piange più.
Ecco perché non dobbiamo combattere tutta la vita per scacciare la nostra paura, rabbia, dolore, tristezza e tutto quello che non ci piace.
Mettiamoci invece al loro fianco e ascoltiamo quello che hanno da dirci.
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