Insoddisfazione: elimina il polo negativo

Insoddisfazione: elimina il polo negativo

Sono tanti i motivi per cui si arriva a vivere un senso di profonda insoddisfazione, questi sono quelli che riscontro più spesso tra le mie pazienti:

  • Non avere modo di seguire i propri sogni
  • Contesto familiare: ti hanno programmato il futuro e messo obiettivi troppo alti
  • Mancanza di stimoli adeguati alla tua personalità
  • Un percorso sbagliato che ti ha privato delle competenze necessarie per vederti realizzata
  • Mancata riconoscenza rispetto ai tuoi sforzi

Ok, respira, specialmente se ti rivedi in tutti questi punti. Credo che chiunque possa riconoscere come propria almeno una di queste situazioni, quindi non sentirti sola. La differenza tra il tuo stato d’animo e un sorriso sta nell’accettare chi siamo: hai o hai avuto persone accanto che ti vogliono bene, impara a prendere esempio da loro. Per quali motivi ti apprezzano o ti hanno apprezzato? Riconosci le tue qualità, rispetta i tuoi limiti, solo così sarai nella condizione di superarli.

La verità è che esiste sempre una via di uscita dall’insoddisfazione, ma coincide sempre con la strada più difficile da percorrere e che ti fa più paura.

Il mio lavoro è proprio quello di accompagnare le donne in questi percorsi e sono fortemente convinta che qualsiasi persona “possa”, in generale, qualsiasi cosa.

L’insoddisfazione è una delle conseguenze più gravi di una mancata valorizzazione di sé

Pensa a coloro che davvero hanno dimostrato come chiunque possa fare qualsiasi cosa. Ci sono infatti atleti senza le gambe che vincono le olimpiadi, cechi che fanno surf e ipoudenti che fanno musica. Ci sono bambini affetti da malattie rare che vanno bene a scuola, vittime di violenza sessuale che imparano nuovamente a fidarsi di un uomo. Ci sono limiti e persone che imparano ad accettare i propri limiti.

Probabilmente Beatrice Vio dopo la diagnosi di meningite fulminante non ha detto “vincerò le para-olimpiadi”: le medaglie sono state la conseguenza della consapevolezza di un limite, di esercizio fatto non per superarlo, ma per conviverci. Ha imparato a conviverci meglio degli altri, semplicemente.

Se stai pensando che tutti questi esempi che ho citato ce l’hanno fatta perché sono più capaci, coraggiose e migliori di te ci tengo a dirti che non è così.

L’unica differenza tra te e loro è che loro hanno deciso di tornare a sorridere e di agire di conseguenza.

Io sono qui per aiutarti a fare pulizia dentro di te, capire cosa puoi eliminare dalla tua vita per far emergere i tuoi reali desideri e necessità. Quindi a ritrovare te stessa con la tua storia e la tua personalità. Conoscerti e accettarti sarà la svolta che ti porterà a fare i passi successivi verso la tua personale realizzazione e soddisfazione.

Un sorriso che non si accende è una possibilità sprecata di stare bene.

Succede che un giorno (un giorno più degli altri, in realtà) Mattia si sentiva spaesato, perso nella sua insoddisfazione. Non aveva alcun motivo per festeggiare, escluso dalla sua stessa vita, non aveva un posto.
O meglio, l’aveva, ma non ci stava bene. Era stretto. Inutile.

Sceso in strada provava soddisfazione nel vedere le altre persone calpestare la sua ombra, quasi la invidiava. La sua insoddisfazione arrivava dalla famiglia, dal lavoro, dagli amici, dal paese in cui viveva.
L’unica cosa di cui non si rendeva conto, era che la causa della sua insoddisfazione arrivava proprio da sé stesso. Inizia proprio così “Il fu Mattia Pascal”, una delle opere letterarie di Luigi Pirandello.

Immagina che, proprio come Mattia, un giorno hai l’occasione di cambiare vita. Una serie di coincidenze ti porta ad avere una liquidità economica mai vista e i tuoi cari che ti credono morto, per via della somiglianza con un corpo trovato privo di vita vicino a casa. Nessuno che ti cerca e tu che puoi andare via, quindi vai.
Fino a che non ti trovi sola con te stessa e tutti i limiti del caso. Mattia cambia identità e si fa chiamare Adriano, ma Mattia era sempre lì, dietro la sua nuova maschera. Non è l’occasione di fuggire con i soldi che ti serve, per rifarti una vita hai bisogno di superare la tua insoddisfazione. Altrimenti rischi solo di spostarla da un’altra parte.

Ragioniamo insieme, per un attimo, sulla situazione di Mattia, il protagonista del romanzo. Forse è esasperata, certo, è narrativa. C’è un mondo funzionale che ci porta a credere addirittura che una persona possa provare piacere nel vedere calpestare la sua ombra, proiezione di sé stesso al suolo.

È finzione, ma è così lontana dalla realtà?

Sono molte le persone che dall’insoddisfazione arrivano a sgretolarsi lentamente.
Per la nostra mente lo stress non è un buon compagno di avventure, ma esiste uno stress più grave degli altri: quello che nasce da dentro di noi e non da circostanze esterne. L’insoddisfazione è come un seme che piano piano trasforma una situazione che non ti aggrada in una stanza apparentemente senza porte.

Riconoscere quei semi è la via migliore per tornare a sorridere, accendere la luce è l’unico modo per vedere le porte di quella stanza.

Via le maschere, non servono altre identità

Il caro Mattia è scappato da sé stesso, ha creato Adriano Meis e alla fine non sapeva più chi era quando è tornato a casa ed era davanti alla nuova vita dei suoi cari, che durante il suo viaggio lo credevano morto.
L’insoddisfazione non fa altro che allontanarci da noi stesse, teniamoci ben strette piuttosto. Non rinunciamo ai nostri difetti, alle nostre mancanze, alle cose che non ci piacciono. Non rinunciamo alle situazioni scomode, non rinunciamo a chi non crede in noi o a chi non ci valorizza. Prima di lavorare sul “fuori” è necessario lavorare partendo da te, solo quando raggiungi sicurezza, padronanza, conoscenza di te stessa allora puoi agire verso l’esterno.

Metterti una maschera non può essere la soluzione: non è nascondendo la tua insoddisfazione che la risolverai, parlane con chi ti è vicino. Rendi questo il primo limite da rispettare e affrontare, senza vergognarti di quello che provi.

Se c’è insoddisfazione è perché c’è un bisogno mancato. Scoprire i tuoi bisogni è il punto di partenza.

Può essere difficile saper riconoscere e dare un nome ai tuoi bisogni perché nessuno ci educa in questo senso.

Io ti posso aiutare a fare chiarezza dentro di te, far emergere i tuoi reali desideri e necessità. In una parole TE STESSA,  con la tua storia e la tua personalità. Conoscerti e accettarti sarà la svolta della tua vita perché potrai fare i successivi passi verso la tua realizzazione.

Realizzarti ti farà sentire viva e soddisfatta.

Greta D'Adda
lostudiodigreta@gmail.com

Ti aiuto a ritrovare equilibrio e sicurezza in te stessa, vivere le tue emozioni con rispetto, raggiungere la tua personale realizzazione.

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